La comunicazione in mediazione familiare
…così come sosteneva Pascal, “il cuore finisce per avere le sue ragioni che la ragione non conosce…”.
Il mediatore, come terzo neutrale, è un professionista che si adopera affinché i partner elaborino in prima persona un programma di separazione e/o divorzio soddisfacente per sé e per i figli, in cui possano esercitare la comune responsabilità genitoriale. Ciò avviene grazie all’utilizzo di diverse tecniche professionali, incentrate tutte sulla comunicazione! Attraverso l’azione del mediatore la coppia intraprende un percorso che porta a soluzioni condivise. L’ azione meditativa permette al nucleo familiare di trovare un luogo e uno spazio temporale per affrontare paure e difficoltà e, in questo clima, la coppia si ritrova d’ accordo su che cosa fare per poter garantire la serenità comune. Da ciò viene fuori il racconto autentico di se’ e viene instaurato il clima di fiducia in un contesto di ascolto empatico. Un ascolto empatico che stimola e favorisce la comunicazione tra le parti. La comunicazione in mediazione familiare è quindi fondamentale.
Ascoltare l’altro significa aiutarlo a comprendere la sua sofferenza comunicandogli che non è solo, senza giudicarlo né censurarlo.
L’ intervento mediativo fa sperimentare nuove modalità comunicative per individuare un percorso di dialogo e cooperazione dove entrambi i coniugi sono chiamati a comportarsi in modo responsabile.
E’ perciò necessario un cambiamento che va gestito attentamente ed in modo costruttivo, convogliando le energie nella crescita affettiva. Con l’azione di mediazione si ripristina la comunicazione interrotta per raggiungere una soluzione concordata. E’ in quest’ ottica che la Mediazione familiare si rivela essere un servizio qualificato, dove le famiglie vengono aiutate a creare un nucleo comunque solidale; le parti, con il mediatore, imparano a negoziare e a riaprire i canali comunicativi, ecco da dove deriva l’importanza della comunicazione in mediazione familiare.
Comunicazione in mediazione familiare: causa e fine
Tutto parte infatti dalla chiusura dei canali comunicativi di cui accennavo all’inizio e arriva all’apertura di questi ultimi. Ben si comprende quindi che l’intero procedimento di mediazione familiare prende le mosse ed in seguito giunge al medesimo obiettivo, ossia riattivare la comunicazione. La figura del mediatore, esperto nella gestione del conflitto, ha il ruolo di facilitatore della comunicazione, non formula giudizi, garantisce il segreto professionale e si adopera affinché i componenti della famiglia elaborino in prima persona un programma di separazione che soddisfi le esigenze di ciascuno ed infatti la sua funzione è quella di guidare la coppia verso una stabilità ed un equilibrio psicoaffettivo duraturi. Tutto ciò partendo dalla comunicazione e giungendo alla comunicazione in mediazione familiare.
Il mediatore, quindi, entra in comunicazione empatica con le parti ed ha un ruolo attivo nell’ ascolto e nel dialogo.
L’importanza della comunicazione in mediazione familiare è dettata dal fatto che tutto il procedimento di mediazione, oltre a partire molto spesso da un problema di comunicazione, si concrea in un susseguirsi di strumenti incentrati sulla comunicazione, l’ascolto attivo, il dialogo ed infine grande componente è anche la comunicazione non verbale. Il mediatore deve essere in grado di leggere anche questi ultimi segnali.
Tutti gli elementi utili al mediatore al fine di fotografare la situazione della coppia che ha davanti sono fatti di comunicazione, che essa sia verbale o non.